Dopo le ennesime proteste degli islamisti contro la Francia Imran Khan vuole agire con altri stati islamici e minaccia l’UE di boicottaggio commerciale ma è lui che rischia il tracollo economico. Imran Khan 68enne primo ministro del Pakistan già giocatore di cricket e animatore di molte serate spericolate nella Londra by night ora vuole obbligare i governi occidentali a criminalizzare la blasfemia. Khan, parlando ai sui sostenitori, ha affermato che il suo piano di unire i paesi musulmani contro l’Occidente per criminalizzare “l’insulto al profeta Maometto” avrà successo se legato alle minacce di un boicottaggio commerciale. Secondo il primo ministro”l’insulto al profeta Maometto dovrebbe essere punito allo stesso modo della negazione dell’Olocausto”e durante il comizio ha affermato “dovremmo chiedere congiuntamente all’Europa, all’UE e all’ONU di smetterla di ferire i sentimenti di 1,25 miliardi di musulmani, come stanno facendo nel caso degli ebrei”, “Voglio che i paesi musulmani adottino un approccio comune alla blasfemia, con un avvertimento contro un boicottaggio commerciale contro gli stati in cui queste cose stanno accadendo”.
Il suo ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi si è già attivato ed ha già parlato del “piano Khan” con quattro suoi colleghi di paesi musulmani. Le dichiarazioni del primo ministro pakistano sono arrivate dopo le proteste di piazza fomentate dagli estremisti del “Tehreek-i-Labbaik Pakistan” (Tlp), una formazione politica islamista che da mesi organizza violente proteste di piazza contro il presidente francese, Emmanuel Macron, colpevole di aver difeso le caricature di Maometto pubblicate da Charlie Hebdo. Nonostante le accuse contro il presidente francese risalgano ormai al 2020, la campagna contro i francesi messa in atto da alcuni gruppi religiosi pakistani non è mai cessata e negli scorsi giorni dopo l’arresto di Saad Rizvi, leader del TLP accusato di aver organizzato una marcia nella capitale Islamabad per chiedere l’espulsione dell’ambasciatore francese nel paese, le violenze sono ricominciate. Non appena si è diffusa la notizia dell’arresto dell’estremista islamico, migliaia di persone si sono riversate nelle piazza di numerose città pakistane dove sono iniziati gli scontri con la polizia. Il bilancio dei disordini è di sei agenti di polizia morti feriti altri 800, alcuni dei quali presi in ostaggio dai manifestanti. Le proteste che hanno bloccato diverse zone del paese sono state particolarmente violente a Lahore (seconda città più grande del Pakistan), dove i manifestanti sono riusciti a prendere per delle ore il controllo di una vasta area della città.
L’ambasciata francese che ha già rimpatriato quasi tutto lo staff diplomatico vista anche l’espulsione del proprio ambasciatore decisa dal governo pakistano, ha raccomandato a tutti i cittadini francesi (circa 500) di lasciare il Paese. Imran Khan in un appello televisivo aveva chiesto ai sostenitori del TLP di fermare le proteste “Per la Francia non fa alcuna differenza se continuate a protestare per il resto della vostra vita, non farete che danneggiare il vostro stesso Paese senza ottenere nulla” aggiungendo che lui per combattere “l’islamofobia” vuole usare metodi diversi e che “espellere l’ambasciatore francese non è una soluzione praticabile” ma su questo a breve deciderà il Parlamento, un segno che le pressioni del TLP sull’esecutivo hanno fatto breccia. Sempre a proposito di ambiguità del governo dopo le violenze, ha vietato il TLP tuttavia, allo stesso tempo i manifestanti che erano stati arrestati sono stati rilasciati e molti procedimenti penali contro di loro sono stati archiviati. Un rapporto quello che intercorre tra l’esecutivo e gli estremisti islamici, che rischia di far saltare gli equilibri in Pakistan che non va dimenticato è una potenza nucleare.
A proposito di scontenti vanno registrate le tensioni all’interno della polizia che ormai non nasconde piu’ il suo dissenso tanto che al quotidiano “Arab News” un agente tenuto in ostaggio dai manifestanti e poi liberato, ha dichiarato “Non è un problema negoziare con i manifestanti ma come si può liberare chi ha ucciso, e torturato le forze dell’ordine”? Parole alle quali ha fatto eco quelle di un alto ufficiale di polizia della provincia del Punjab che ha dichiarato “dopo quello che ci è stato fatto, la polizia non vede alcun motivo per svolgere i propri compiti”. Il reato di blasfemia un tema sul quale il TLP ha costruito la propria narrazione politica, è punibile con la morte in Pakistan tanto che dal 1990 piu’ di 80 persone sono state uccise spesso senza alcuna prova. Mentre i terroristi hanno le armi, i francesi hanno lo champagne: reazione di “Charlie Hebdos” agli attacchi terroristici del novembre 2015. Infine per tornare alle parole di Imran Khan che in diretta televisiva ha affermato che “quando 50 paesi musulmani si uniranno e diranno questo, e diranno che se qualcosa del genere accade in qualsiasi paese, allora lanceremo un boicottaggio commerciale su di loro e non compreremo i loro beni, ciò avrà un effetto”, le imprese pakistane che lavorano nel campo del tessile per conto di aziende occidentali ora tremano perché il boicottaggio evocato da Khan farebbe solo sprofondare ulteriormente la già fragilissima economia pakistana.
@riproduzione riservata