I militari mettono in guardia Macron dopo un omicidio di matrice islamica
Mentre in Francia si piange la morte dell’agente di polizia Stéphanie Monfermé , l’ennesima vittima del terrorismo islamico assassinata lo scorso 23 aprile all’interno del commissariato di Rambouillet dove prestava servizio da Jamel Gorchane islamista tunisino che l’ha accoltellata (prima di essere ucciso dai colleghi della donna) al grido di “Allah u Akbar”, l’opinione pubblica francese si interroga sull’ennesimo fallimento dell’intelligence francese, ma non solo: dal 21 aprile u.s si discute della lettera pubblicata dal settimanale Valeurs Actuelles scritta da alcuni ex alti ufficiali dell’esercito francese nella quale senza troppi giri di parole rivolgendosi al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, agitano lo spettro della guerra civile che sarebbe ormai alle porte.
Una lettera che sta scatenando violente polemiche tra opposte fazioni e sta obbligando a riflettere anche sul ruolo dei militari che ormai non nascondono più il loro malcontento per la condizione che vive il Paese. La lettera intitolata “Per un recupero dell’onore dei nostri governanti: 20 generali chiedono a Macron di difendere il patriottismo” denuncia il pericolo della “disintegrazione” che secondo gli ex ufficiali sarebbe imminente grazie a due fenomeni precisi: l’antirazzismo e l’islamismo che insieme all’atteggiamento “lassista” se non complice della classe politica, starebbero portando l’Esagono alla guerra civile civile.
Secondo i Generali: “L’ora è seria, la Francia è in pericolo, diversi pericoli mortali la minacciano le nostre bandiere tricolori non sono solo un pezzo di stoffa, simboleggiano la tradizione, attraverso i secoli, di coloro che, qualunque sia il loro colore della pelle o la loro fede, hanno servito la Francia e hanno dato la vita per essa. Su queste bandiere, troviamo in lettere d’oro le parole ‘Onore e Patria’. Tuttavia, il nostro onore oggi sta nella denuncia della disgregazione che colpisce la nostra patria”.Parole durissime, senza precedenti difficile da comprendere per chi non vive la realtà dell’Esagono. Per aiutarci a capire abbiamo chiesto a Roland Lombardi, storico, saggista, consulente e analista francese specializzato in relazioni internazionali, in particolare nella regione del Maghreb e del Medio Oriente, nonché in questioni geopolitiche, di Sicurezza e Difesa, cosa pensa stia accadendo in Francia.
Come legge la lettera dei generali francesi? È un gruppo di nostalgici come qualcuno ha detto, o è la punta dell’iceberg di un malessere generalizzato tra i militari?
Ritengo che si tratti di un grido di disperazione dei Generali francesi in pensione (e di mille altri ufficiali, attivi o meno) che sono preoccupati per la situazione della sicurezza in Francia, che peggiora di giorno in giorno. Questo non è, come alcuni hanno detto, un appello per un Colpo di Stato. Quando uno vuole fare un Colpo di Stato non lo scrive sui giornali per annunciarlo! A loro modo, stanno allertando la gente, né più né meno. I firmatari volevano semplicemente mettere in guardia le autorità su una situazione di cui molti francesi percepiscono o peggio si sentono vittime. Vi ricordo che stanno solo ripetendo ciò che hanno già detto i Presidenti Sarkozy e Hollande o i ministri degli Interni come ad esempio Collomb. Ecco perché sono apparse petizioni di sostegno firmate da migliaia di civili ma anche di militari. La maggioranza della popolazione è d’accordo e sostiene l’approccio. Anche se la forma e lo stile sono stati criticati da alcuni, personalmente non ci vedo nulla di sconvolgente. La realtà è forse ancora peggiore di quella descritta nella lettera. La maggior parte di questi ufficiali in pensione hanno servito in teatri di guerra o anche di guerra civile, come in Libano o in Jugoslavia.
C’è persino tra loro un generale che era stato il “signor banlieu” in un governo della Repubblica . Inoltre, sono sicuramente ancora in contatto con i loro compagni che sono ancora attivi (soprattutto nella gendarmeria) e che riferiscono loro la portata del problema della sicurezza in Francia. Quindi hanno una certa competenza per dare la loro opinione e valutare la situazione. Infine, sono stati accusati di non rispettare il dovere della riserva (soprattutto per quelli della 2a sezione, una sorta di riserva in Francia per gli ufficiali superiori alla fine del loro servizio). Tuttavia, per i militari, il dovere di riserva riguarda soprattutto argomenti sensibili, anche segreti di difesa. Al massimo, si chiede loro di non criticare l’azione dello Stato. In questo caso, stanno semplicemente chiedendo come cittadini che le autorità agiscano finalmente prima che sia troppo tardi. Il dovere di riservatezza non è inteso a proteggere un governo che sta fallendo…
L’impressione che si ha dall’esterno della Francia è quella di un Paese che ha perso il controllo di diverse zone del suo territorio, ma non solo, gli eventi che riguardano il mondo della scuola con le minacce agli insegnanti sono molto preoccupanti. La guerra civile è davvero vicina?
Il male è profondo e antico. In Francia esistono grandi problemi di delinquenza, lassismo giudiziario, immigrazione incontrollata, assimilazione, separatismo di alcuni quartieri, islamismo, traffico di droga… Questo non risale a Macron. I vari governi che sono passati per decenni non hanno voluto vedere questi problemi. Tuttavia, da quando c’è Macron tutto è peggiorato. Come i suoi predecessori, anche lui nega la gravità del problema esattamente come i tecnocrati che lo circondano, di fatto sono fuori dalla realtà. È la “politica dello struzzo” e del “non far fare rumore” e tutto questo anche con le note riservate e sempre più allarmanti dei servizi di sicurezza che arrivano sulle loro scrivanie ogni mattina. Paralizzati dalla paura davanti al possibile errore che incendierebbe il mondo, preferiscono “lasciare bruciare i piccoli fuochi” per evitare una conflagrazione generale. Oggi, quando si hanno decine di città colpite da rivolte, attacchi a poliziotti o pompieri ogni notte per mesi (e anche sotto coprifuoco!),il problema è reale. La pandemia e il coprifuoco hanno fortemente interrotto il “commercio” della droga nei quartieri. Da qui la crescente agitazione della gioventù inattiva nei quartieri. Ecco perché alcuni specialisti definiscono la situazione attuale come “pre-rivoluzionaria” o addirittura come una “guerra ibrida”. Quando si parla ufficiosamente con i funzionari della sicurezza francese, tutti ti dicono che la situazione è molto preoccupante e alcune testimonianze sono agghiaccianti e annunciano un futuro doloroso. Per il momento, il paese resiste perché le autorità stanno mettendo tutto il peso di questi problemi sugli ultimi anelli della catena e sull’efficienza e professionalità della polizia e dei servizi di intelligence. Ma per quanto tempo può reggere? Il vero problema è la mancanza di coraggio dei funzionari francesi. Certamente, “dalla Commune de Paris” ( forma di organizzazione autogestionaria, di stampo socialista libertario, che assunse la città di Parigi tra il 18 marzo – 28 maggio 1871 ) ad oggi, attraverso la guerra d’Algeria, il maggio del ‘68, le rivolte del 2005 o i gilet gialli, abbiamo visto che la Repubblica francese sa difendersi molto bene in caso di una crisi grave. Per tutto questo, data l’atmosfera e la frattura nel paese, si può essere abbastanza preoccupati. Oggi, i francesi sembrano resistenti e abbastanza pacifici, a volte sembrano essere atonici (affetti da apatia) ma io credo che siano piuttosto in una fase di “Sidération” prolungata (come dopo un’aggressione) di fronte al disprezzo e all’incompetenza dei loro dirigenti e alle restrizioni onnipresenti che si impongono loro da più di un anno. Ma la maggior parte di loro non si sente ancora protetta e nemmeno governata. E attenzione alla fase di “reazione”! Per questo popolo è una molla che non deve essere premuta troppo e spinta alla disperazione. Per il momento, i servizi francesi sono formali: la più grande minaccia terroristica attualmente in Francia rimane il terrorismo islamista! Ma cosa succederà se la crisi socio-economica post-Sars Cov-2 si aggrava e i carrelli dei supermercati finiranno per essere inesorabilmente vuoti ? Cosa accadrebbe se i francesi decidessero di farsi giustizia da soli e nascessero gruppi come le Brigate Rosse a sinistra o l’OAS a destra? O, più probabilmente, se un attacco islamico di massa dovesse verificarsi di nuovo? Quale sarebbe la reazione in caso di attacchi multipli in tutto il paese? Se i quartieri francesi si infiammassero di nuovo come nel 2005, il potere ordinerà alla polizia di agire con lo stesso zelo con cui ha agito con i manifestanti dei Gilet Jaune ? Ne dubito molto. La situazione attuale mi ricorda purtroppo la Francia pre-rivoluzionaria, quando i piccoli cortigiani del Re scavavano ogni giorno un po’ di più la distanza tra loro e il popolo.
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