Mentre scrivo questo articolo lo Stato di Israele è ancora sotto attacco da parte dell’organizzazione terroristica Hamas che dal 10 maggio 2021 bersaglia lo Stato ebraico con i missili dei quali si è perso il numero (più di 2.500 mentre andiamo in stampa). Il pretesto per l’attacco è stata la nota vicenda della decisione della Corte Suprema di Israele in merito allo sgombero di alcuni residenti palestinesi a Sheikh Jarrah, un quartiere di Gerusalemme Est ma dietro all’operazione militare di Hamas e della Jihad islamica non c’è nulla di improvvisato. È chiaro che negli ultimi mesi nella Striscia di Gaza -dove i palestinesi vivono in miseria mentre i loro capi occupano lussuose ville, vestono Armani e girano in Mercedes- siano state ammassate armi e missili come mai prima in previsione di un conflitto. Ma perché proprio ora? Pochi dubbi sul fatto che tutto si inquadri nell’ambito degli interessi interni palestinesi. Quando Abu Mazen ha annullato le elezioni, togliendo ad Hamas la possibilità di legittimarsi di nuovo in Cisgiordania, l’organizzazione terroristica ha iniziato il conflitto per mostrare chi comanda in Cisgiordania, a Gerusalemme e persino tra gli arabi israeliani. Il colpo è riuscito solo in parte, ma ha dimostrato che ha le capacità di riuscirci ed è comunque una vittoria almeno sul piano strategico.
I capi fanno vite da nababbi mentre la gente muore di fame
A proposito delle ville che l’esercito israeliano sta demolendo una ad una, sono ormai la residenza secondaria dei capi di Hamas che preferiscono gli hotel a 7 stelle di Doha (Qatar) dove arrivano a bordo di jet privati. Circostanza che su Facebook molti utenti non certo ostili ad Hamas, hanno cosi’ commentato: “Uscite dal vostro albergo in Qatar e venite a combattere a Gaza. Dove è lo spirito eroico? Uscite dagli alberghi a Doha dove tanto avete goduto e scendete nel campo di battaglia a lottare contro il nemico sionista che uccide i frutti dei nostri alberi… Non moriremo di fame mentre voi assaggiate le delizie dei tavoli a Doha”. La lista di coloro che vivono alla grande mentre la gente muore di fame è lunghissima e comincia proprio con il leader palestinese Abu Mazen che si è fatto costruire una sorta di reggia costata 13 milioni di dollari che si estende su 27.000 mq. Costui è l’idolo delle sinistre antagoniste di tutta Europa (Svizzera e isole comprese) che da decenni lo sostengono e che nel caso di alcuni Governi lo finanziano e lo ricevono con tutti gli onori. È anche grazie a loro che Mazen e sodali affamano il loro popolo mentre loro vestono abiti di sartoria e vivono alla grande come gli altri dirigenti palestinesi tutti specializzati nella sublime arte partenopea del “chiagni e fotti” (piangi e fotti, nda). La lista sarebbe lunghissima ma uno può bastare: Ismail Haniyeh, 51enne nato nel campo profughi di Shaty, è stato scoperto dalla rivista egiziana Rose al-Yusuf dopo aver pagato 4 milioni di dollari per una “casetta” di 2.500 metri quadrati in riva al mare nell’area “trendy” di Gaza City. Per l’atto di compravendita ha utilizzato il marito di una delle sue figlie mentre il figlio, lo hanno pizzicato al valico di confine di Rafah (versante egiziano) con borse piene di dollari.
Tornando ai terroristi di Hamas con i quali, secondo molti commentatori lo Stato di Israele unica democrazia del Medio Oriente, si dovrebbe sedere a trattare e a questo punto non si capisce perché allora non farlo anche con l’Isis o Al Qaeda, sta conducendo questa guerra grazie al legame speciale con la Repubblica islamica iraniana che nonostante sia sciita mentre Hamas (branca militare dei Fratelli musulmani) è espressione dell’islam sunnita, sul progetto della distruzione di Israele hanno saldato la loro alleanza terroristica. La collaborazione tra l’Iran del quale l’occidente fatica ancora a riconoscere l’attività terroristica in giro per il mondo e Hamas è salita di livello nel corso degli anni; se qualche anno fa i capi di Hamas si accontentavano dopo averci fatto la cresta di un centinaio di milioni dollari da dividere con altre sigle terroristiche dal 2019 si è passati a più di 300 milioni di dollari solo ad Hamas. Altri denari arrivano dal Qatar protettore della Fratellanza musulmana. Il salto di qualità secondo alcuni analisti è arrivato dopo che i miliziani di Hamas sarebbero riusciti a rubare alcuni segreti del sistema antimissile israeliano “Iron Dome” (cupola di ferro) che ha finora intercettato il 90% dei missili di Hamas, segreti che avrebbe poi passato agli iraniani ansiosi di “bucare” il sistema.
Come funziona l’Iron Dome
Da giorni ormai si parla della “cupola di ferro” israeliana, secondo Franco Iacch, Analista esperto in Information Warfare, Terrorism, Security and Defense: “Israele è l’unico paese al mondo protetto interamente da un sistema di difesa Anti-ballistic Missile System o ABM, in grado di discriminare una minaccia missilistica. Gli Stati Uniti hanno sviluppato o finanziato congiuntamente tutti e tre i livelli di difesa missilistica di Israele: Iron Dome (corto raggio), David’s Sling (medio raggio) ed Arrow (lungo raggio). L’ala militare di HAMAS è armata con armi leggere, compreso un ampio inventario di razzi improvvisati, missili anticarro e proiettili di artiglieria. HAMAS acquisisce le sue armi attraverso il contrabbando o la costruzione locale. Parliamo proprio dell’Iron Dome della Rafael operativo dal 2011. È concepito per proteggere le aree urbane contro le minacce a corto raggio come razzi e proiettili di artiglieria. Dovrebbe anche essere in grado di ingaggiare missili da crociera e piccoli droni. Una tipica batteria Iron Dome, fortemente automatizzata, è strutturata su tre/quattro lanciatori equipaggiati con venti intercettori Tamir, un radar ELM 2084 AESA (Active Electronically Scanned Array) per discriminare e tracciare le minacce in arrivo e un’unità di gestione e controllo della battaglia. Il sistema C-RAM, Counter Rockets, Artillery and Mortars, di solito lancia una coppia di intercettori Tamir (per prevenire errori o malfunzionamenti) soltanto se reputa la minaccia in grado di colpire una zona abitata. Soltanto una traiettoria potenzialmente in grado di colpire un obiettivo civile e militari sarà ingaggiata da Iron Dome. Ogni intercettore è equipaggiato con un cercatore radar attivo ed una spoletta di prossimità che innesca la detonazione di una testata a frammentazione ad alto esplosivo.
Iron Dome ha la capacità di intercettare tutte le minacce a corto raggio ad una distanza massima stimata di 70 km ed in tutte le condizioni meteo. I tempi di reazione alla minaccia, dalla rilevazione al calcolo della traiettoria di intercettazione, sono compresi tra i 15 ed i 40 secondi. Tutte le stazioni del sistema di difesa sono sempre operative e presidiate dall’esercito israeliano. L’Anti-ballistic Missile System di Israele è uno dei più costosi al mondo, ma nessuno scudo di difesa assicura una schermatura totale. Iron Dome stesso non è stato concepito per fronteggiare attacchi di saturazione. Gli intercettori dell’Iron Dome hanno dimostrato la loro efficacia, ma tali caratteristiche hanno un prezzo esorbitante (40/100 mila dollari) se paragonato alle minacce come i razzi Qassam (800/5000 dollari)”.
I terroristi sono ben armati ed equipaggiati
Gli israeliani che non si fermeranno fino a quando Hamas sarà in grado di colpire la popolazione civile, sanno molto bene che i terroristi palestinesi oggi dispongono di un arsenale imponente dove trovano posto migliaia di missili, tonnellate di munizioni, armi di tutti tipi, droni kamikaze iraniani, così come è noto che Hamas può colpire anche dal mare sempre grazie ai benefattori iraniani che hanno addestrato anche squadre di sommozzatori delle unità anfibie alcune delle quali già neutralizzate dagli israeliani. Ma sanno soprattutto che i milioni di dollari che arrivano da Teheran e da Doha servono a foraggiare tutti i produttori di armi dell’area che fanno arrivare a Gaza le armi dalla Siria e dal Libano dove gli iraniani grazie agli Hezbollah dettano legge. Questa guerra voluta dai terroristi palestinesi nella quale alla fine moriranno centinaia di innocenti ha scatenato non solo violente polemiche politiche ma anche ridato linfa a tutti quei gruppi di estrema sinistra scesi in piazza per manifestare contro Israele come da copione ma ha anche rinfocolato le attività degli estremisti musulmani che nelle piazze europee ad esempio a Milano, Berlino e in molte città inglesi hanno gridato “A morte Israele, a morte gli ebrei”. Altro beneficato dell’attuale crisi è il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che si propone al mondo come arbitro e pacificatore. Una volta la sinistra che sul Sultano turco che massacra i curdi tace, scendeva in piazza per difendere le vittime e i diritti delle persone oggi lo fa per sostenere i terroristi islamici di Hamas che affamano il loro stesso popolo e attaccano Israele. E chissà se qualcuno dei manifestanti si è mai chiesto quanto cibo o vaccini si potrebbero comprare con i soldi spesi per i missili che cadranno anche questa notte su Israele.
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