Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto ai Servizi segreti americani di “raddoppiare gli sforzi e preparare un rapporto sull’origine del Covid-19 entro novanta giorni”. Quindi, tre mesi per far luce sulle origini della pandemia che in un anno e mezzo ha provocato oltre 170 milioni di contagi nel mondo e più di tre milioni e mezzo di morti (ma non è ancora finita). Secondo quanto reso noto dalla Casa Biancain una nota il presidente americano “ha già ricevuto un primo report del quale non è soddisfatto” – aggiungendo- “dobbiamo andare avanti su due possibili scenari: il virus può essere emerso dal contatto tra uomini e animali infetti; oppure può essere derivato da un incidente di laboratorio”.
Oltre ad aver ordinato l’indagine Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti in accordo con i suoi alleati “continueranno a premere sulla Cina, in modo che possa partecipare a un’inchiesta internazionale, pienamente trasparente e basata su dati scientifici”. L’Amministrazione USA non è la sola a chiedere risposte, perché stavolta sia l’Unione europea che altri 13 Paesi vogliono delle riposte definitive sull’origine del Covid-19. L’accelerazione impressa da Joe Biden ha riacceso le discussioni e le polemiche tra i virologi di tutto il mondo, che devono anche fronteggiare le decine di teorie del complotto. Da gennaio 2020 ne circolano su internet bizzeffe.
I sospetti sull’Institute of Virology di Wuhan
Al centro di tutte le discussioni ci sono le attività vere e quelle presunte dell’Institute of Virology di Wuhan: un centro di ricerca costruito da tecnici francesi poi misteriosamente cacciati dalla città cinese dove si scatenò originariamente la pandemia -che non va dimenticato venne a lungo negata dal Governo cinese. A Wuhan sono state organizzate una serie di missioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che non hanno portato a nulla a causa dell’atteggiamento omertoso delle autorità locali e lo stesso vale anche per gli “studi congiunti” organizzati con degli scienziati cinesi che alla fine non sono serviti a nulla o quasi. Altro pasticcio nel 2021 sempre a Wuhan, dove si recò per un mese (14 gennaio–10 febbraio) un team di scienziati provenienti da Gran Bretagna, Germania, Giappone, Russia, Australia, Vietnam che produssero un rapporto di 313 pagine che secondo il Dipartimento di Stato americano “è poco più di una farsa” dato che dice
E se fosse stato un esperimento andato male?
Possibile che all’interno dell’Institute of Virology di Wuhan venissero condotti esperimenti ad altissimo rischio senza rispettare le procedure di sicurezza? Oppure che si preparassero armi batteriologiche e che tutto questo a causa di imperizia sia sfuggito al controllo? Potrebbe essere andata così? Forse sì. Questa tesi subito rilanciata dall’ex presidente
americano Donald Trump che sulla gestione della pandemia si è probabilmente giocato la rielezione, non è mai stata provata tuttavia, le omissioni e gli ostinati silenzi del governo cinese sulle attività del centro di ricerca e sull’allontanamento dei tecnici francesi che lo costruirono, non ha fatto altro che far aumentare i sospetti della comunità internazionale ed in particolare quelli degli scienziati negli Stati Uniti. Sospetti e veleni che hanno trovato riscontro tra le pagine del Wall Street Journal che il 24 maggio scorso ha raccontato di un Rapporto fino ad oggi rimasto segretissimo nel quale si narra con dovizia di particolari di tre ricercatori del centro di Wuhan che si estende su 3 mila metri quadrati, collaudato nel 2015 e costato quasi 45 milioni di dollari e che venne messo in funzione nel 2018, ricercatori che vennero ricoverati nel novembre del 2019 in ospedale con “sintomi compatibili sia con la Sars Cov-2 che con l’influenza stagionale”.
Ma quale delle due ipotesi si è verificata? Nessuno lo sa o lo dice. A proposito delle dichiarazioni del presidente americano è singolare che un tipo di azione come questa, ovvero mettere in piedi una indagine di questo tipo affidata ai servizi segreti, diventi di dominio mediatico. L’altro fatto singolare è che queste tesi (in particolare quella del laboratorio di Wuhan) vengano riproposte ora dopo che l’ex presidente Trump l’aveva lanciate proprio nelle prime ore dopo lo scoppio della pandemia. Questo ci dovrebbe far pensare su Trump, sugli Stati Uniti e su quanto noi capiamo davvero poco del nostro grande alleato americano. Poi se tra 90 giorni ci troveremo ancora ai piedi della scala e la verità resterà una chimera non ci resterà che contare i morti e i danni incalcolabili fatti alle economie mondiali. Se noi ci lecchiamo le ferite a Pechino festeggiano perché nel primo trimestre del 2021 il Pil cinese è cresciuto del 18,3% rispetto al 2020.
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