L’arruolamento e la dottrina dei bimbi “kamikaze” a Gaza (Mattino della Domenica 25.07.2021)

Mentre la comunità internazionale ha già dimenticato l’ultimo conflitto israelo-palestinese iniziato il 10 maggio 2021, durato 11 giorni, nei quali Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno lanciato più di 4’800 missili sullo Stato ebraico, i media stanno volutamente ignorando quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Si tratta dell’arruolamento e l’indottrinamento dei bambini al terrorismo. Dagli inizi di giugno le Brigate al-Qassam, la divisione militare dell’organizzazione terroristica Hamas, insieme alla Jihad islamica palestinese (PIJ), hanno reclutato (e continuano a farlo) bambini e adolescenti tra i dieci e i sedici anni, nei campi di addestramento paramilitari. Il reclutamento è stato fatto anche nelle scuole gestite dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro (UNRWA) e nelle moschee. Qui i terroristi armati in tenuta mimetica invitano i ragazzi e i loro genitori a iscriversi al programma di formazione giovanile di Hamas e della Jihad islamica.

Formare kamikaze

Nulla di nuovo, perché Hamas gestisce questi campi dal lontano 2012 con il solo obbiettivo di formare e mobilitare una generazione di giovani in grado di combattere guerre contro Israele e di commettere attentati, meglio se in modalità kamikaze. Quanti ragazzi sono passati dai cosiddetti “Campi di Liberazione”? Difficile dirlo, si parla di 25’000 reclute ma il numero più probabile potrebbe arrivare fino a 100’000. Dei campi ha parlato il portavoce di questi simboli del male, identificatosi come Abu Bilal, che ha dichiarato: “L’abbiamo soprannominata (quest’anno) la “Spada di Gerusalemme” per simboleggiare ciò che il nostro popolo ha raggiunto durante la recente escalation a Gaza. È una generazione che porta questa spada per colpire il nemico e liberare Gerusalemme”. Nello stesso giorno su Al-Monitor è apparso un servizio nel quale è stato “intervistato” Khalil un 12enne di Gaza City che ha partecipato al campo estivo per la prima volta e che ha dichiarato: “Parteciperò al campo per rafforzarmi e apprendere abilità di autodifesa in modo da poter combattere Israele, diventare martire e andare in paradiso”. Mohammed, 14 anni, ha commentato: “Mi sono unito al campo per difendere la mia terra dagli attacchi israeliani e successivamente mi sono unito ai ranghi delle Brigate al-Qassam”.

Cosa s’insegna nei Campi di Liberazione?

Semplicemente il male assoluto. Qui si passano ore e ore ad insegnare quell’ideologia islamica fondamentalista del jihad violento e del proprio sacrificio, come diventare uno shahid (un martire) in modo da rendere l’ultimo servizio ad Allah e viene anche inculcato nelle loro teste che lo Stato di Israele debba essere spazzato via. A tal proposito il “Center for Near East Policy Research” ha intervistato alcuni ragazzi che hanno parlato del “loro desiderio di morire da martiri per andare in paradiso, di uccidere ebrei, di conquistare Israele e di liberare Gerusalemme”. Nei video si possono vedere bambini di dieci anni dire cose agghiaccianti come “Io sacrificherò la mia anima” ed ancora “ Voi ebrei che ci avete calpestato e contaminato la terra, noi vi schiacceremo il collo con i nostri piedi… siamo la generazione dell’intifada di Gerusalemme”.

Addestramento militare e strategico

Non solo indottrinamento perché i ragazzi passano anche attraverso il duro addestramento militare e quello strategico che viene fatto con veri e propri giochi di ruolo nei quali si ritrovano a simulare delle vere missioni terroristiche. C’è poi il pesante addestramento fisico fatto con i classici percorsi a ostacoli, il filo spinato, il fuoco e il fumo proprio come accade durante le guerre. I ragazzi imparano anche ad “uccidere gli ebrei” nelle lezioni dove si combatte corpo a corpo, poi si passa a maneggiare le armi, a pulirle, a montarle, a lanciare pietre e all’uso delle granate. Per i più “meritevoli” c’è l’addestramento al lancio dei razzi. E la comunità internazionale e i media mainstream sempre pronti ad esprimersi contro Israele che ne dicono di queste vere e proprie fabbriche di futuri terroristi? Non pervenuti. E cosa fanno i solerti funzionari dell’Ufficio delle Nazioni Unite tramite il Rappresentante Speciale del Segretario Generale per l’Infanzia e i Conflitti Armate, che afferma: “La legge sui diritti umani dichiara 18 anni come l’età minima legale per il reclutamento e l’uso dei bambini nelle ostilità. Reclutare e utilizzare come soldati bambini di età inferiore ai 15 anni è vietato dal diritto internazionale umanitario – trattati e consuetudini – ed è definito come un crimine di guerra dalla Corte penale internazionale”. Silenzio! Lo stesso che oppone l’ONU che non ha mai condannato Hamas che usa abitualmente i bambini nei conflitti anche come scudi umani.

Il mondo chiude gli occhi

Dei campi nella Striscia di Gaza dove si forgiano futuri terroristi non interessa niente a nessuno o quasi e di certo tra costoro c’è anche l’amministrazione Biden-Harris che ha ripristinato i finanziamenti ai ‘Territori palestinesi’ che vennero tagliati dall’ex presidente Donald Trump. Peggio sta facendo il partito laburista australiano che ha addirittura cambiato la sua piattaforma politica “per riconoscere incondizionatamente e come priorità uno Stato di Palestina” sostenendo così un gruppo di potere che affama la propria gente e che adesca i bambini affinché diventino terroristi. Infine, per tornare all’ultimo conflitto c’è chi ha visto aumentare il proprio conto in banca, è il caso di Khaled Mashaal di Hamas e quello del Movimento per la Jihad Islamica in Palestina Ismail Haniyeh, due leader che possono contare su un patrimonio netto stimato tra due e quattro miliardi di dollari. Ma su questo, si sa è bene non scrivere…

@riproduzione riservata 

Leave a reply:

Your email address will not be published.

Site Footer